La cooperazione sociale protagonista di un nuovo e moderno stato sociale
I numeri: 778 occupati. I soci sono 520 di cui 111 lo sono diventati nel 2023. Oltre 800mila euro d’investimenti. Un utile netto che supera i 600mila euro. Una presenza sempre più diffusa nei servizi per anziani, infanzia, disabilità, psichiatria.
“Questi – ricorda Elena Gatteschi, Presidente della cooperativa sociale Koinè – sono i numeri che sintetizzano la nostra attività. La carta d’identità è quella di impresa sociale di comunità. All’interno di quest’ultima abbiamo creato nuovi servizi e nuova occupazione, realizzando rapporti con il sistema pubblico e quello associativo e del volontariato”.
Stamani l’assemblea dei soci di Koinè ha approvato il bilancio del 2023, il primo del nuovo Cda eletto a dicembre 2023 dopo che Paolo Peruzzi, fondatore, Direttore e Presidente, è andato in pensione alla fine dello scorso anno.
“La cooperazione sociale sta chiudendo la sua fase di relativa marginalità nel sistema economico italiano ma questa tendenza deve essere rafforzata e quindi consolidata – ha sottolineato Elena Gatteschi. La cooperazione sociale deve essere soggetta attiva e paritaria nella definizione delle politiche sociali in questo paese. E per farlo deve essere protagonista politica e formidabile soggetto imprenditoriale. Noi dobbiamo dimostrare, con il lavoro di tutti i giorni, che i servizi alla persona, la cura degli anziani, dei bambini, delle persone svantaggiate è non solo giusta ma anche possibile e determinante per evitare il declino della società. Dobbiamo essere protagonisti della battaglia più generale non solo per la difesa ma anche per lo sviluppo e la diffusione di diritti essenziali quali quelli alla salute e alla tutela sociale. Noi, e penso a Koinè, siamo chiamati a fare la nostra parte. Abbiamo fatto moltissimo. Possiamo fare di più? Certamente ma forse non da soli. Il senso della nostra vita imprenditoria è nella nostra carta d’identità: cooperare”. Koinè parla di collaborazione generativa: “per costruire il futuro abbiamo bisogno di dialogare sulle priorità e di una grande alleanza che unisca tutti soggetti in gioco, pubblici e privati, attorno all’interesse pubblico, ciascuno con le proprie capacità e competenze. Occorre riconoscere le interdipendenze che legano Istituzioni, Imprese e orientarci a una collaborazione generativa, che crei inclusione, opportunità di crescita e sviluppo delle nostre comunità”.